Fare la storia del cinema suonando musica. Sembra un paradosso, ma si tratta del mestiere di compositore di colonne sonore, quel tappetto musicale più o meno discreto che accompagna la visione di un film sul grande (e anche sul piccolo) schermo. Un ruolo che a volte rischia di passare in secondo piano, ma che alcuni grandi interpreti del genere sanno valorizzare al punto da far ricordare i propri fraseggi più delle battute dei film.
È il caso di Luis Bacalov, il compositore di origini argentine che a tanti capolavori del cinema italiano ha dato un’anima con le sue composizioni, fino a ricevere il premio Oscar nel 1996 per la colonna sonora del film Il postino, l’indimenticabile ultima apparizione di Massimo Troisi. Un film che ha a che fare con la poesia: tratto dal romanzo Il postino di Neruda di Antonio Skàrmeta, la storia ha tra i suoi protagonisti proprio il poeta cileno.
Assieme all’attore Cosimo Damiano Damato, Luis Bacalov sarà il protagonista dello spettacolo inaugurale di Poesia Festival ’15 giovedì 24 settembre al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola, subito dopo la lezione magistrale del poeta Franco Loi.
Poetry Soundtrack è una carrellata emozionante attraverso le più note composizioni per il cinema di Bacalov, e allo stesso tempo un omaggio ai registi che si sono avvalsi del suo talento. Con diversi punti in comune con la poesia. La voce di Cosimo Damiano Damato dialogherà con il pianoforte del compositore argentino rievocando gli artisti che hanno concepito le importanti pellicole cui Bacalov ha dato il suo prezioso valore aggiunto attraverso poesie, ricordi degli amici, passi di scritti privati e di interviste. Si va dal tema Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, dove l’intellettuale scomparso tragicamente quarant’anni fa verrà ricordato attraverso le sue note al testo evangelico e un monologo inedito, passando per La città delle donne di Federico Fellini, con la lettura di pensieri del regista e degli amici fino al già citato Il postino, per ricordare la figura di Massimo Troisi attraverso le parole dell’autore napoletano e di chi lo ha conosciuto. Si passa poi al cinema di genere, che le musiche di Bacalov hanno contribuito a far amare anche al pubblico dei cinefili: dalle musiche di Django, composte per per lo spaghetti-western di Sergio Corbucci e volute anche da Quentin Tarantino per il suo recente remake (e proprio alcuni stralci di interviste ironiche e surreali del cineasta americano faranno da contrappunto alle musiche), a quelle per la pellicola cult Milano Calibro 9 di Fernando Di Leo, con la sorprendente lettura di poesie scritte da uno dei registi più “duri” del cinema italiano.
Uno spettacolo per chi ama il grande cinema, la musica e le suggestioni letterarie, con la poesia a fare da fil rouge attraverso i diversi momenti, emergendo nelle letture e nel mondo artistico di ogni regista, rievocata dalla voce di Damato: un debutto all’insegna dell’incontro fra linguaggi per Poesia Festival ’15.