Il lavoro – e la vita sul posto di lavoro – è un tema che nella poesia contemporanea è entrato diventando una delle possibili metafore per leggere il mondo (ne abbiamo scritto anche ieri a proposito di Milo De Angelis). Sono sempre di più gli autori di poesia che dedicano testi o interi libri alle proprie esperienze lavorative, dalle quali ricavano suggestioni che superano il mero racconto della quotidianità e linguaggi per raccontare scorci a volte poco noti della nostra epoca.
È il caso dei poeti mantovani che saranno protagonisti del secondo appuntamento con il “Giro d’Italia della Poesia” che andrà in scena a Poesia Festival nella mattinata di sabato 26 settembre al castello di Levizzano Rangone, Ivano Ferrari e Giancarlo Sissa. Entrambi nativi di Mantova, il primo ancora risiede nella città dei Gonzaga, mentre il secondo ha scelto in seguito Bologna come base.
Nella prima parte degli anni Duemila entrambi i poeti hanno dato alle stampe due volumi dedicati ai mestieri che svolgevano o avevano svolto – e che oggi non svolgono più – e che per entrambi hanno segnato fondamentali tappe del loro percorso poetico. Nel 2002 Giancarlo Sissa ha pubblicato Il mestiere dell’educatore (Book editore), mentre nel 2004 è stata la volta di Macello di Ivano Ferrari (Einaudi). Entrambi libri del lavoro come – notava Alberto Bertoni nella prefazione a Sissa – difficilmente ne erano emersi nella precedente tradizione della poesia italiana. Le analogie potrebbero fermarsi qui. I due mantovani hanno confezionato libri diversissimi, nel linguaggio, nell’ispirazione e nell’ambiente indagato. Il mestiere dell’educatore raccontava l’impegno quotidiano di Giancarlo Sissa nell’ambito della prevenzione del disagio sociale, soprattutto degli adolescenti; l’esperienza rievocata in Macello da Ivano Ferrari era quella durissima del mattatoio dove aveva lavorato qualche tempo.
Nel Mestiere dell’educatore emerge quell’attitudine melodica riconosciuta già da Giovanni Giudici nella prefazione a Prima della Tac, silloge compresa nel Sesto quaderno di poesia contemporanea italiana di Marcos y Marcos nel 1998, e poi confluita nel volume in questione. Il mondo degli adolescenti problematici, individui prematuramente scaricati da una società competitiva e tesa all’utile, sono lo specchio per Sissa invece di un’umanità comunque carica di promesse e qualità pure nei supposti difetti, non avendo egli «in mente nessuna poesia sociale in senso stretto, né alcuna volontà di militanza per un mutamento storico, piuttosto quella di costruire, attraverso il contatto con la vita, una difesa esistenziale che preservi la nostra integrità, la nostra ingenuità un po’ bambinesca», come ha scritto di recente Luca Mozzachiodi in occasione dell’uscita di Autoritratto 1990-2012 (Pequod), l’antologia che riepiloga la produzione di Sissa.
Le poesie di Macello Ivano Ferrari le ha iniziate a comporre negli anni Settanta, al tempo della sua esperienza nel mattatoio mantovano. Sono liriche sporche, scarne, glabre, che restituiscono il senso di discesa agli inferi di un ambiente terribile, dove se non si mette tra parentesi – o si smarrisce totalmente – la propria umanità si dura poco. E questo mattatoio potrebbe davvero essere aggiunto all’Inferno dantesco, o diventarne un aggiornamento. Tra personaggi umani e animali che vedono sfumare le proprie differenze, il carnefice e la vittima sono protagonisti di un massacro, dove «l’intera storia umana è spogliata dei suoi orpelli e delle sue intercapedini interpretative storiche, religiose, sociali ecc e viene posta di fronte al suo vero limite e precipizio. […] Qui siamo posti di fronte alla vita e alla morte, alla morte degli altri ma anche alla nostra morte di specie», come ha scritto Antonio Moresco, narratore mantovano e tra i principali commentatori dell’opera di Ferrari.
L’incontro a Poesia Festival sarà l’occasione per ascoltare anche la più recente produzione dei due poeti. Da qualche anno Giancarlo Sissa si impegna infatti ad esplorare i territori della “prosa poetica”, genere che ha scelto anche per il suo ultimo lavoro originale dal titolo Persona minore (qudu Libri, 2015), mentre il più recente volume di Ferrari è il toccante La morte moglie (Einaudi, 2013), nel quale il poeta ritorna nella prima parte sui temi della mattanza animale di Macello, e nella seconda attraversa il difficile tema della malattia, dell’agonia e della scomparsa della moglie.