Una rivelazione nel panorama della poesia italiana. Quando nel 2012 è tra le voci scelte per l’antologia Nuovi poeti italiani 6 di Einaudi, e quando più tardi, nel 2014, sempre per Einaudi esce il suo libro La bambina pugile, Chandra Livia Candiani si guadagna un posto di riguardo tra i poeti oggi in attività, raccogliendo presto un grande numero di estimatori. Non è stato questo il suo esordio, ma l’approdo alla casa editrice torinese le permette di raggiungere molti più lettori di quanti non aveva potuto colpire in precedenza con i suoi primi libri.
Una rivelazione, ma anche un caso. Una voce davvero spiazzante per chi ancora non la conosceva, che mi muove tra Emily Dickinson, le poetesse russe come la Achmatova e la Cvetaeva, Paul Celan (autori ricordati anche in un’intervista al sito di Vanity Fair) e una lunga consuetudine con la religione buddista, cui si è convertita da tempo e sulla quale oggi tiene seminari e cura la traduzione di testi.
Il pubblico di Poesia Festival avrà modo di ascoltarla domenica 27 settembre alla biblioteca “Lea Garofalo” di Castelfranco Emilia, in una mattinata che avrà come protagonisti anche Franco Arminio e Cesare Viviani.
«L’esperienza che sta al centro di questo libro, in ogni sua poesia, – si legge a proposito della Bambina pugile sul blog “Minima et moralia” – è l’esperienza della morte dei cari (il fratello, un’amica); eppure si parla sempre di altro, e con altro dico tutto, quella totalità oltre la divisione tra cielo e terra. Questo libro racconta la morte non per piangere i morti, ma per dire l’amore che rimane e li fa rimanere, per dire la vita con gioia e con grazia. La relazione (anche coi morti, coi deserti, coi fili d’erba) è una conseguenza dell’amore e del suo moto precisissimo. L’amore è il sentimento che muove il libro: il titolo lo dichiara. Il tempo è l’indicativo presente, i morti continuano a vivere finché c’è voce, il ricordo – si potrebbe dire – è organico».
Un’autrice, la Candiani, che muove i suoi affondi con leggerezza e precisione, proprio come la bambina pugile citata nel titolo, verso le domande principali dell’esistenza. Non è un caso che la sua poesia abbia raccolto tanto interesse e curiosità, anche fra lettori non abituali della poesia contemporanea. La grazia con la quale Chandra Livia Candiani scrive di amore ha qualcosa di inedito nella lingua della poesia italiana, che viene piegata a un ritmo suadente ma non incantatorio, e che ai mascheramenti letterari preferisce figure luminose e fragili che vengono da dentro senza mediazione.
– Intervista a Chandra Livia Candiani sul sito “Buddismo e occidente”
– Articolo su “Carmilla-online”
– Articolo sul sito “Nazione Indiana”