Aldo Nove: a Poesia Festival uno scrittore sul grande schermo
Oggi in Italia l’elenco di scrittori “prestati” al cinema è sempre più nutrito, così come il numero di collaborazioni che si contano tra scrittori e registi, dal consolidato sodalizio artistico e privato della coppia Mazzantini – Castellitto a quello tra Ammaniti e Salvatores, per citare i più famosi. Se da una parte il passo dalla letteratura al cinema è breve, è vero però che ci sono ancora scrittori estranei al linguaggio cinematografico, per cui a volte la sorpresa di veder tradotto sullo schermo un romanzo è prima di tutto la loro.
È questo il caso di Aldo Nove, scrittore e poeta italiano che, in un’intervista a «il manifesto» in occasione dell’uscita del film La vita oscena, tratta dal suo omonimo romanzo, ha dichiarato: «Non ho mai pensato che La vita oscena potesse diventare un film. Non mi appartiene il pensare che scrivendo un libro, questo poi possa diventare un film. Non confeziono libri per vestirli cinematograficamente» (leggi l’intervista completa).
L’occasione di portare La vita oscena sul grande schermo, è arrivata, infatti, da un incontro casuale tra lo scrittore e il regista Renato De Maria, da cui è nata un’amicizia che ha condotto alla realizzazione del film. Aldo Nove si è cimentato nella sceneggiatura del film, che è stato presentato nella sezione “Orizzonti” alla Mostra del Cinema di Venezia 2014, con protagonisti Isabella Ferrari e Clément Métayer (già in concorso alla 69° Mostra del Cinema di Venezia con Après Mai).
Aldo Nove, pseudonimo di Antonio Centanin, poeta e narratore, sarà ospite di Poesia Festival sabato 26 Settembre alle ore 15.30, presso la cornice della Sala delle Mura di Castelnuovo Rangone, dove leggerà le sue poesie e dialogherà con Roberto Galaverni. Poeta in bilico fra il rigore delle forme e la costante ricerca di un linguaggio innovativo e al passo coi tempi, Aldo Nove racconterà al pubblico del festival il suo stile capace di avvicinarsi alla modernità del cinema e non solo.
Diventa noto al pubblico come scrittore nel 1996, quando esce il suo primo romanzo, Woobinda e altre storie senza lieto fine, edito da Castelvecchi e ripubblicato da Einaudi nel 1998 con il titolo Superwoobinda. Entrato a far parte dei cosiddetti “cannibali”, famiglia di genere pulp, con il racconto Il mondo dell’amore, pubblicato nell’antologia Gioventù cannibale (Einaudi 1996), Aldo Nove è anche poeta: ha pubblicato due raccolte di poesia con lo pseudonimo Antonello Satta Centanin, che riunisce i cognomi della madre e del padre, un libro di poesie ispirate a celebri brani rock dal titolo Nelle galassie oggi come oggi. Covers, assieme a Tiziano Scarpa e Raul Montanari e le raccolte Fuoco su Babilonia! (Crocetti, 2003), Maria (Einaudi, 2007), A schemi di costellazioni (Einaudi, 2010) e Addio mio novecento (Einaudi, 2014).
La ricerca e la sperimentazione di diversi linguaggio lo conducono, nei primi anni 2000, ad un cambio di registro nella sua produzione, con un interessamento per le questioni sociali legate al lavoro: nel 2005 oltre a pubblicare un curioso omaggio a Fabrizio De André, Lo scandalo della bellezza (No Reply, 2005), è coautore (con Alessandro Gilioli) del testo teatrale Servizi & Servitori: la vita, al tempo del lavoro a tempo; l’anno seguente pubblica Mi chiamo Roberta, ho 40 anni, guadagno 250 euro al mese (Einaudi) con cui vince il Premio “Stephen Dedalus”. Nel 2010 pubblica La vita oscena, romanzo autobiografico che ripercorre la sua vita dall’infanzia all’età adulta.
Il suo linguaggio così incline alla modernità, adatto a molteplici modelli di espressione, conduce Edoardo Sanguineti a inserirlo, insieme a Tiziano Scarpa e a Giuseppe Caliceti, nel suo Atlante del Novecento Italiano, in posizione di chiusura del “secolo delle avanguardie” della letteratura italiana.